Come articolo di supporto al video sulle Eolie, ecco un breve portolano dell’arcipelago siciliano per navigare in uno dei mari più belli del Mediterraneo
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Come articolo di supporto al video sulle Eolie, ecco un breve portolano dell’arcipelago siciliano per navigare in uno dei mari più belli del Mediterraneo [VIDEO]
Come compendio al video sulle Eolie realizzato da SVN solovelanet, ecco un breve portolano dell’arcipelago siciliano disegnato dal mare, dal vento e dal fuoco.
Navigare alle Eolie significa veleggiare in un arcipela-go di straordinaria bellezza naturale, in uno dei mari più belli del Mediterraneo, tra isole create dall’attività sismica dove sorgono faraglioni modellati dal vento e dall’acqua, dove la notte è illuminata dalla lava scagliata in aria dai vulcani o dalle lanterne dei porti.
Come compendio al video sulle Eolie realizzato da SVN solovelanet, ecco un breve portolano dell’arcipelago siciliano disegnato dal mare, dal vento e dal fuoco. Navigare alle Eolie significa veleggiare in un arcipela-go di straordinaria bellezza naturale, in uno dei mari più belli del Mediterraneo, tra isole create dall’attività sismica dove sorgono faraglioni modellati dal vento e dall’acqua, dove la notte è illuminata dalla lava scagliata in aria dai vulcani o dalle lanterne dei porti. Isole celebrate dalla letteratura, che compaiono probabilmente già nei poemi di Omero, protagoniste di celebri film, isole che hanno assistito alle battaglie delle guerre puniche, che hanno subito le aggressioni di corsari saraceni e ottomani. Isole spesso vicine tra loro, ma perse per l’alto mare aperto, distanti dalla costa calabrese e da quella siciliana. Lipari Lipari è l’isola più grande dell’arcipelago e la più ricca di servizi e strutture, ma anche di storia, adatta a chi apprezza le bellezze artistiche oltre a quelle naturali, che comunque non mancano. Valle Muria è considerata una delle spiagge più belle delle Eolie, isolata dai centri principali e difficilmente raggiungibile a piedi, incorniciata da un promontorio che la sovrasta. Marina Lunga è un’ansa della costa orientale dove si annida la cittadina principale dell’isola, protetta da un castello che domina il porto. L’isola ospita marina, pontili galleggianti e campi boe, probabilmente alcuni tra i ridossi migliori in caso di mal tempo. Filicudi Lontana da tutte le altre, a Filicudi si respira l’aria delle Eolie più autentiche, distanti dal caotico flusso di turismo e dai locali notturni che si incontrano nelle altre isole. L’uomo, che da millenni ha colonizzato l’isola, è stato però costretto ad abbandonarla durante lo scorso secolo, di questo esodo ne rimane testimonianza nel paese fantasma di Zucco Grande. Qui sono rimaste qualche casa abbandonata e qualche rudere appeso sul mare che è in via di restauro. Sull’isola i centri abitati sono due, Filicudi Porto, dove arrivano i traghetti e dove c’è il campo boe di Francesco, che è anche il proprietario del bar e di altri negozi. Ogni mercoledì in alta stagione, Francesco, organizza sulla spiaggia delle feste “private” per ballare, alle quali partecipano anche persone che arrivano dall’altra parte dell’isola. Sulla passeggiata c’è una farmacia. Il secondo centro abitato è Pecorini che si apre su di una piccola baia che guarda a sud. Qui ci sono due campi boa, il bar “Saloon” e due ristoranti: uno è quello dell’albergo che si affaccia sul mare nella parte bassa di Pecorini e un altro, la Scogliera, appena dentro Pecorini. Filicudi non è un’isola dove aspettare la burrasca e nonostante siano stati gettati tre campi boe, è meglio considerare questo approdo solo con tempo buono. Salina Salina si riconosce subito, anche dal largo, per il suo profilo biforcuto, ma il carattere distintivo dell’isola è la presenza di acqua dolce, che nei secoli ha garantito una prospera agricoltura, tra cui celebri sono la malvasia e i capperi. Inutile farsi illusioni, perché in estate l’acqua è razionata perfino qui. A sud dell’isola, c’è Punta Lingua, una sottile striscia di terra che isola uno specchio di mare, un tempo adibito alla produzione di sale, da cui dipende il moderno nome dell’isola. Tra Punta Lingua e il marina di Salina che si trova davanti al paese mezzo miglio più a nord, c’è una rada dove si può dare fondo su 7 metri di acqua, cercando un po’ di sabbia tra le alghe e le rocce. Il marina di Salina è ben protetto anche se presenta alcune criticità che sono state elencate nel video sopra collegato. I prezzi dei posti barca in alta stagione sono elevati, ma bisogna considerare che questo, insieme a quello di Pignataro a Lipari sono gli unici due veri porti dell’isola. Sia che stiate nel marina o che preferiate la rada, non mancate di fare una passeggiata a Punta Lingua. Troverete diversi ristornati e pizzerie, tra questi anche il Bar di Alfredo dove potrete mangiare il pane cunzato che ha reso famoso il posto. Un paio di miglia più a ovest, sul versante meridionale dell’isola trovate Rinella, una piccola baia ben riparata a tutti i venti di nord (NO e NE). Qui c’è un campo boe gestito da Nautica Service Rinella. Disponibile anche un servizio di taxi boat che rende più facile l’atterraggio. Con un po’ di fortuna, la fontana sulla riva regala una sorsata di acqua freschissima. A Rinella c’è un molo dove arrivano i traghetti. Qui è possibile fare rifornimento anche se l’operazione è un po’ macchinosa. L’acqua viene erogata solo la mattina presto, perché poi i rubinetti vengono chiusi. Sul versante settentrionale, invece, troviamo la famosa baia di Pollara, famosa per il film il Postino con Massimo Troisi uscito nel 1994. La baia molto bella e impreziosita da una serie di ricoveri per le barche dei pescatori scavati nel tufo, è per metà (lato occidentale) parco nazionale e per metà (lato orientale) aperta all’ancoraggio. A Salina tutti i supermercati portano la spesa a bordo. Un supermercato, dotato di barca propria, la porta anche all’ancora. Panarea L’isola conserva ancora tracce di attività sismica sul versante settentrionale, dove l’acqua della spiaggia Calcara ribolle per sorgenti di calore. Altre sorgenti termali sono state cementificate nella follia degli anni ‘80. Dal punto di vista nautico Panarea è molto interessante, ma altrettanto insidiosa perché le molte isole che la contornano formano un mini arcipelago, un arcipelago matrioska di faraglioni, scogli semisommersi e vere e proprie isole dai nomi suggestivi: scoglio la Nave, scoglio Cacatu, Lisca Bianca e Lisca Nera, le Formiche. Si può gettare l’ancora, almeno per un bagno, davanti alla spiaggia a sud di Lisca Bianca dove sopravvive una pianta che esiste solo su quest’isola: la camomilla delle Eolie. Oppure ci si può arrampicare lungo un sentiero che parte dall’unica spiaggia accessibile dell’isola di Basiluzzo, fino ai 165 metri della vetta, per visitare i resti del pavimento di una villa romana. A lato del paese ci sono due cambi boe, ma il porto principale di Panarea è lo Scalo Ditella a nord del paese di San Pietro, la parte sud e la testa del lungo molo di cemento sono riservate agli aliscafi. Si può ormeggiare anche al campo boe di Cala Milazzese. Nel prezzo del gavitello è compreso il servizio di trasporto a riva. Vulcano Un’eruzione del XVI secolo unì l’isola principale con quella di Vulcanello, generando due porti naturali separati da un sottile istmo. Il porto di Ponente è aperto al maestrale ed è possibile dare fondo tra i 4 e i 7 metri di sabbia. Diffidate del campo boa che si trova nella rada. Nel Porto di Levante ci sono due pontili galleggianti sicuri e ben serviti, a terra hanno anche un negozio di accessori nautici e una lavanderia. L’acqua è erogata dalle 8.30 fino alle 10.30 e dalle 19.00 alle 21.30. Un altro marina, sul lato opposto della rada “Marina di Vulcanello”, offre un pontile galleggiante realizzato nel 2021 e un campo boe. Entrambi gli ormeggi soffrono lo scirocco. Vicino alla spiaggia il mare è molto torbido a causa di una sorgente sulfurea che riscalda l’acqua e a terra, vicino al pontile dei traghetti c’è una grande pozza di fango termale che profuma l’aria. Qui molte persone vengono a fare i fanghi. Il costo del biglietto è di 3 euro. Altra attrazione di Vulcano è la visita al cratere. Una passeggiata di circa 45 minuti che in estate ci sentiamo di sconsigliare di intraprendere dopo le 11 del mattino, il caldo può trasformare la ripida salita in un vero e proprio martirio. Stromboli Tra tutti i vulcani delle Eolie, quello di Stromboli è il più attivo e con questo bisogna fare i conti quando si va a visitare l’isola. Stromboli è tondeggiante e non ha rade dove potersi riparare. L’ unico ridosso è quello di Ficogrande a nord-est dell’isola, ma per raggiungere un fondale adatto all’ancora, occorre avvicinarsi molto alla costa. Di fatto, l’unico modo sicuro per dormire a Stromboli è davanti a San Vincenzo, qui ci sono delle zone dove il fondale non è particolarmente alto e si può dare ancora e c’è un campo boe sicuro. Il Gabbiano, dove gli ormeggiatori forniranno assistenza alle barche e accompagneranno a terra i loro equipaggi per offrire loro un drink di benvenuto. L’attrazione dell’isola è la sciara del fuoco. Ovvero la parte di montagna dove cascano rocce e lava quando il vulcano a intervalli regolari sbuffa lanciando in cielo dei massi che poi ricadono a terra. Proprio per questo motivo non ci si può avvicinare alla costa, ma bisogna ammirare il fenomeno stando, per disposizione della Capitaneria, a 1 miglio da costa. Il tratto di mare dove non ci si può avvicinare è segnato da due boe gialle. Attenzione alla secca rocciosa tra Punta Lena e Stromboli e allo scoglio affiorante di Punta Labronzo situato a circa 100 m dalla costa. Informazioni utili I numeri telefonici dei pontili, dei meccanici sono nel PDF allegato. Torna su per scaricarlo.
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