
I giovani che scelgono la carriera nautica e un giorno s’imbarcheranno come nocchieri, comandanti e personale di bordo, devono sviluppare fin da subito una cultura della sostenibilità e della tutela dell’ambiente marino.
E se le istituzioni investono in questa formazione si ritroveranno nuove generazioni sicuramente più sensibili e attive nella difesa del mare.
Per questo a Trieste quest’anno è nato un progetto che coinvolge gli studenti dell’Istituto Nautico della città.
Tutti gli allievi del primo anno saranno impegnati in uscite settimanali su barche a vela per monitorare i parametri fisici dell’acqua lungo la costa, nonché la presenza di plastiche, mucillagini e banchi di meduse che da diversi anni affliggono queste acque.
I dati raccolti saranno poi studiati e confrontati da scienziati ed esperti del Mediterraneo.
Un progetto in linea con la Marine Strategy europea
Presentata in via ufficiale lo scorso 20 marzo, l’iniziativa è nata dalla collaborazione tra l’Isis Nautico “Tomaso di Savoia Duca di Genova”, la regione Friuli Venezia Giulia, la Lega Navale Italiana (sezione di Trieste) e l’Arpa Fvg - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente.
Il progetto si inserisce anche nella normativa europea che promuove la “Marine Strategy” e che pone come obbiettivo agli Stati membri dell’Unione europea di raggiungere il cosiddetto “Good Environmental Status”, ossia il buono stato ambientale per le proprie acque marine.
“Chi investe nella scuola lo fa guardando al futuro del nostro Paese – ha dichiarato Francesco Fazari, preside del Nautico - vado fiero di questo progetto e della scuola che dirigo che in quasi due anni ha raddoppiato il numero degli iscritti, (nel 2024+35% sul 2023). Una scuola che Trieste ama e che viene amata”.
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