Domenica pomeriggio, mentre in mare era in corso una burrasca, la Guardia Costiera aveva ricevuto due chiamate via radio da parte di una piccola imbarcazione a vela di 29 piedi, l’uomo che aveva chiamato, con voce ferma, aveva detto di avere a bordo la moglie e due bambini di otto anni e che la barca faceva acqua, dopo circa un'ora in una seconda chiamata aveva detto “Stiamo abbandonando la barca. La barca va a fondo: Non abbiamo l’autogonfiabile”.
Ma dopo cinque giorni di ricerche estese da San Francisco sino alle Hawaii della piccola barca non c’è traccia e dai porti della costa non sembra essere scomparsa alcuna imbarcazione. La cosa che ha tratto in inganno la Guardia Costiera è stata che l’uomo dicendo che il GPS era rotto non ha dato la sua posizione e questa è stata rilevata dalla Guardia Costiera triangolando la sorgente da cui proveniva la chiamata. Triangolazione che collocava il mayday a 65 miglia a largo della baia di San Francisco.
Il problema dei falsi allarmi, negli Stati Uniti è piuttosto grave e il Governo spende diversi milioni di dollari l’anno per ricerche di naufraghi inesistenti. L’anno scorso un uomo, poi arrestato, ha innescato una grande operazione di ricerca con diversi aerei, navi e elicotteri, lanciando una chiamata alla Guardia Costiera dove diceva di essere su di una barca che affondava con altre 40 persone.
La legge negli Stati Uniti, in questi casi prevede l’arresto e sino a sei anni di prigione, ma sembra che neanche una pena così dura, possa convincere i mitomani a desistere dal lanciare falsi allarmi.
L’ufficiale della Guardia Costiera Mike Lutz a capo delle ricerche per la famiglia scomparsa ha dichiarato: “A volte sospettiamo che un allarme possa essere una “bufala”, ma c’è sempre la possibilità che non lo sia, quindi dobbiamo effettuare le ricerche come se si trattasse di un allarme vero. Questo ci mette in una condizione di pericolo, perché a volte gli alarmi sono più di uno e decidere a quale dare la priorità, è sempre molto difficile”.
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